Siete giunti al MMCC, Micro Museo [Virtuale] del Computer e del Calcolo.
Occorre essere chiari e sgombrare il campo da possibili fraintendimenti: attualmente il Micro Museo del Computer e del Calcolo (MMCC) è ancora virtuale, è alla ricerca di una sede (idealmente nel Campidano) e, dunque, per ora non è visitabile. Questa è la situazione attuale, ma si sta lavorando per trovare una sistemazione piccola ma dignitosa con cui avviare l’esposizione dei pezzi più significativi e utili dal punto di vista storico e didattico. Nel frattempo, si contribuisce agli eventi nazionali più importanti, restaurando macchine ed esponendole laddove possibile.
Il MMCC è dunque una collezione privata di computer storici realizzati nel periodo 1970-1999, collezione in continua (seppur lenta) crescita che si vorrebbe trasformare in una esposizione permanente di macchine funzionanti e liberamente accessibili. L’obiettivo è condividere con le generazioni più giovani l’incredibile progresso tecnologico che ha portato l’umanità dalle macchine calcolatrici (sempre più veloci, sempre più complete) a calcolatori programmabili di potenza e complessità tali da aprire le porte (realmente) all’intelligenza artificiale.
In attesa che l’esposizione diventi realtà, è meglio chiamarlo Micro Museo VIRTUALE. Poiché da qualcosa bisogna iniziare e ad aspettare che sia tutto pronto non si inizierebbe mai, tanto vale partire dal digitale. Questo sito vorrebbe raccontare, attraverso il lento lavoro di restauro, la storia delle macchine, delle aziende, delle persone, dei sistemi operativi, degli standard, di tutto ciò che ci ha portato ha permesso questa rivoluzione e ci ha portato ad avere nelle nostre mani (nelle nostre case, nelle nostre autovetture) computer estremamente potenti e sofisticati.
Il MMCC è gemellato con l’associazione Bitold, una iniziativa nata a Colleferro (Roma) ad opera di un team di appassionati di retrocomputing, che cura una notevole esposizione permanente presso l’Istituto Tecnico Stanislao Cannizzaro. Oltre al preziosissimo scambio di esperienze e di conoscenze, indispensabili per il lavoro di restauro delle macchine, la collaborazione tra MMCC e Bitold si è concretizzata con il contributo all’esposizione di Colleferro: attualmente, infatti, quattro macchine del MMCC e altre saranno condivise in futuro.
Tornando al MMCC e passando dal digitale al concreto oltre che per soddisfare gli amanti delle statistiche, la collezione conta attualmente circa 280 macchine uniche (senza considerare accessori e periferiche), di cui:
- circa il 60% funzionanti (precisamente: acquisite come funzionanti e non dichiarate “morte” all’origine; sono state testate superficialmente ma non ancora restaurate);
- circa il 5% completamente restaurate, ovvero pulite e funzionanti al 100% in hardware e software, pronte per l’esposizione;
- circa il 5% degli esemplari è NOS (New Old Stock), ovvero macchine nuove mai utilizzate, nelle confezioni originali sigillate; è curioso il fatto che questo insieme di macchine potrebbe non essere funzionante: in 40 di inutilizzo, alcuni componenti (specie i condensatori) potrebbero essere danneggiati, compromettendo l’uso di tutta la macchina;
- circa il 10% delle macchine sono state acquisite attraverso donazioni, le altre acquistate presso mercatini, privati o altri collezionisti.
Nei limiti del possibile, le macchine restaurate vengono esposte ad eventi di retrocomputing del territorio nazionale e raccontate nelle pagine di questo sito web.
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