È innegabile che il logo sia una parte fondamentale di un prodotto, di un servizio o di un marchio. Si pensi alla mela di Apple o alla stella a tre punte di Mercedes. Dunque, anche per il Micro Museo è stato fondamentale trovare un logo bello ed evocativo.
Alcuni tratti fondamentali erano già in mente: il richiamo allo stemma dei Quattro Mori, un pizzino di pixel art e la sigla del MMCC in evidenza.
La mano di Francesco De Rosa, brillante designer napoletano, ha trasformato l’idea in qualcosa di reale:
Il risultato è semplice, pulito e, per noi, molto piacevole. Grazie a Francesco per il bellissimo regalo che ci ha fatto!
Continua con entusiasmo la collaborazione tra Bit.Old e il MMCC. Nei giorni scorsi due nuove macchine hanno raggiunto l’esposizione di Colleferro. In particolare, si tratta di una Silicon Graphics Indy con processore MIDP R5000 e una HP 712/60 dotata di processore PA-RISC. Sulla prima è stato installato il sistema operativo ufficiale SGI Irix 6.5.19 ed è stata configurata la webcam originale; sulla seconda è stato installato un porting del sistema operativo NeXTSTEP versione 3.3.
È interessante spendere qualche riga per raccontare la storia di queste due macchine.
La prima proviene da un centro di ricerche che la stava smaltendo ed è stata recuperata in una situazione abbastanza disastrosa: cover superiore frantumata, accessori mancanti (mouse, tastiera, webcam), sistema operativo sul disco inaccessibile. In primo luogo, è stato acquistato un coperchio intatto, indispensabile per poter esporre la macchina dignitosamente.
Successivamente, è stata predisposta la configurazione software, utilizzando i CDROM originali e una Raspberry Pi 3 con Ubuntu Server come boot server (ed evitare, dunque, di “impazzire” caricando tutti i CD manualmente). È stato possibile trovare su eBay un esemplare di tastiera PS/2 originale SGI, che ha subito una profonda pulizia prima di essere collocata nella esposizione.
Il mouse è stato sostituito con uno nuovo con tecnologia ottica Logitech.
La seconda macchina, invece, è stata acquistata online e purtroppo è stata gravemente danneggiata durante il trasporto. A parte la vistosa spaccatura su uno spigolo del guscio superiore, si sono spaccati i supporti plastici che reggono la motherboard.
Senza questi supporti, la motherboard è “volante” all’interno del case e, dunque, a rischio cortocircuito in caso di spostamento accidentale (ad esempio, durante l’inserimento dei connettori mouse/tastiera o VGA). In questo caso, fortunatamente, è stato possibile fissarla sfruttando un cilindretto metallico posto al centro del lato lungo interno e che ha permesso di infilare una vite, seppure non perfettamente allineata. Apparentemente, questa soluzione è sufficientemente robusta e stabile da consentire l’utilizzo normale nella esposizione (sicuramente occorreranno altre cautele nel caso in cui fosse necessario trasportare ulteriormente la macchina).
Un proverbio africano recita più o meno così: “se vuoi andare lontano, vai insieme”. Senza voler scomodare saggezza e filosofia, è innegabile che una sana collaborazione è la chiave per raggiungere grandi risultati e il lavoro di più singoli è spesso ben più grande della somma algebrica di ciascun contributo.
Da qualche mese è iniziata una collaborazione tra il MMCC e l’iniziativa BitOld ideata da Maurizio Candito e Stefano Capobussi, che curano una bella esposizione permanente di retrocomputing presso l’Istituto Tecnico “Stanislao Cannizzato” di Colleferro (Roma).
La prima collaborazione è squisitamente culturale: c’è un continuo scambio di informazioni, esperienze, consigli, documentazione al fine di ottimizzare e migliorare le attività di recupero e restauro delle macchine.
La seconda collaborazione più tangibile è lo scambio temporaneo di macchine per arricchire le due esposizione. Allo stato attuale, non esistendo una sede per il MMCC, alcune macchine della mia collezione sono visibili presso l’esposizione di BitOld. In particolare, sono oggi esposte una Teletype Model 33 ASR del 1963, una SPARCstation IPX e un MISTRAL 801, macchina molto rara prodotta in Italia (per la precisione a Latina, poco a sud di Roma).
Nei prossimi articoli cercheremo di condividere un po’ di dettagli dell’esposizione BitOld, che comprende alcuni pezzi molto rari ma estremamente importanti nella storia dell’informatica. Una per tutte, la macchina Intel utilizzata nella progettazione dei futuri microprocessori.