Inizia, con questo articolo, la recensione di pubblicazioni a tema retrocomputing: libri o riviste dell’epoca, libri che parlano della storia dell’informatica, libri moderni che affrontano tempi storici.
Il libro qui recensito appartiene alla terza categoria. “Non solo Enigma. Storia delle guerre nascoste” è stato scritto da Silvio Hénin per la collana Microscopi di Hoepli e racconta la storia interessantissima dell’evoluzione dei sistemi crittografici dalle origini ai giorni nostri. E poiché la crittografia ha sempre lo scopo di proteggere un’informazione sensibile, Silvio Hénin accompagna il lettore in un duplice viaggio, storico e matematico/scientifico. L’autore è studioso di storia del calcolo automatico, autore di numerosi articoli su riviste italiane e internazionali. È membro del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Calcolo Automatico, di cui coordina il gruppo di lavoro Storia dell’Informatica, della International Federation for Information Processing e della Association for Computing Machinery.
Curiosamente, si tratta di un libro piccolo nel formato e nel numero di pagine, ma estremamente denso di informazioni e di riferimenti bibliografici. Così denso che, dopo averlo letto, vien da chiedersi come fosse possibile essere così “ingenui” nei confronti di un tema così interessante. Il titolo è decisamente azzeccato: “Non solo Enigma”. E infatti Enigma è solo una tappa (senza dubbio la più nota e spettacolare) di un progresso che ha 2000 anni di storia.
L’autore presenta i sistemi crittografici in ordine cronologico e ogni volta il lettore ha la sensazione di aver trovato un sistema inviolabile… ma poi, voltata pagina, arrivano nuove soluzioni e nuovi sistemi sempre più complessi.
Il libro si “lascia divorare”, ma non è leggero come potrebbe apparire e talvolta richiede concentrazione per cogliere alcune delle sfumature suggerite dall’autore. E ha un grandissimo pregio: invita ad approfondire, senza mai essere superficiale. Dunque, dopo la lettura, ci si sente appagati e incuriositi dalle numerose note bibliografiche. Volendo cercare un difetto, a voler essere pignoli, forse si potrebbe obiettare sulla lunghezza: il tema e la bravura dell’autore avrebbero meritato uno spazio più ampio.
Lettura vivamente consigliata.